Lo sapevate che…. La birra è una delle più diffuse e più antiche bevande
alcoliche del mondo?
Non si sa con esattezza dove sia nata la prima birra: c’è chi parla di Mesopotamia, chi di Egitto,
chi addirittura di Malta.
Di sciuro si sa che il fenomeno della fermentazione è stato scoperto casualmente in diverse parti
del mondo, più o meno nello stesso periodo.
Ai giorni nostri, se volete gustare una buona birra vi segnaliamo la Birreria Hacker Pschorr e
il Panino Top Bar.
Se poi volete saperne di più su questa spumeggiante e rinfrescante bevanda, leggete l’articolo.
La birra viene prodotta attraverso la fermentazione alcolica di zuccheri
derivanti dai cereali, il più usato dei quali è il malto d’orzo.
Vengono usati anche frumento, mais e riso. Altre piante meno utilizzate sono invece l’avena, la
radice di manioca, il miglio e il sorgo in Africa, la patata in Brasile e l’agave in Messico.
In questo processo si utilizzano ingredienti, tradizioni e metodi produttivi diversi.
Il tipo di lievito e il metodo di produzione possono essere usati per classificare le birre; tra le più
diffuse troviamo le “ale”, le “lager” e le birre a fermentazione spontanea.
Una buona fresca dissetante birra si beve sempre volentieri e poi… udite,
udite… secondo i ricercatori scientifici bere birra fa anche bene (sempre
con moderazione però!)
Infatti, è composta al 93% da acqua, contiene minerali, fibre solubili che aiutano le funzioni di
stomaco e intestino, antiossidanti, vitamine B6, B9 e B12 che proteggono dalle malattie
cardiovascolari, ma anche silicio che aiuta a proteggere le ossa. E poi contiene molte meno
calorie di altre bevande alcoliche, a vantaggio della linea.
Se però a qualcuno dovesse dar fastidio quel senso di gonfiore provocato dall’anidride carbonica
aggiunta, si può sempre scegliere una “birra a caduta” come quella che si trova all’Oktoberfest di
Monaco.
Mentre la birra tradizionale fuoriesce da una spina dopo essere stata miscelata a del gas, che la
rende appunto gasata, quest’altro tipo di birra viene spinata direttamente dalla botte attraverso un
rubinetto posto in basso, e da qui il termine “a caduta”.
La birra artigianale è un prodotto non pastorizzato e generalmente (ma
non sempre) non filtrato.
I birrifici artigianali utilizzano il più possibile ingredienti naturali; i cosiddetti “birrifici agricoli”, in
netto aumento anche in Italia, addirittura utilizzano orzo e luppolo provenienti dal territorio di loro
appartenenza.
Tutto questo contribuisce a creare dei prodotti che sono unici e assolutamente irripetibili, ma che
hanno una durata limitata nel tempo.
Per aumentarne la conservazione, nella produzione industriale, il prodotto viene sottoposto ad
alcuni trattamenti come la pastorizzazione ed il filtraggio. Vengono così inattivati i microrganismi
contenuti nel lievito e filtrata la bevanda, aggiungendo poi degli additivi conservanti e stabilizzanti.
Dopo questo trattamento il prodotto può essere movimentato e stoccato senza alcun problema.
Le birre artigianali si differenziano per la presenza di lieviti attivi che le rendono un alimento vivo
che si evolve nel tempo.
Non fatevi sorprendere dalla semplicità e dall’abitudine della birra.
Ogni birra ha il suo gusto e il suo profumo che sa abbinarsi perfettamente
solo con determinati cibi.
Per alcuni spunti di approfondimento sugli abbinamenti culinari rimandiamo al portale dedicato a
questa famosa bevanda.
http://www.birra.it/index.php?ws=23&wssottomenu=29